La famiglia è la base ed il fondamento dell’umanità sia dal punto di vista naturale che da quello religioso.
La famiglia è immagine dell’Amore trinitario di Dio, distruggerla vuol dire cancellare questa immagine. il demonio sta cercando di farlo con ogni mezzo. Compreso il Sinodo che doveva essere la controffensiva della Chiesa ed invece si sta risolvendo in un fallimento.
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Un’indicazione per Papa Francesco: se vuol trovare dei cattolici mondani, vada in Germania, cerchi dalle parti di Marx (il cardinale) e amici, ne troverà a mazzi.
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Il Papa rimbrotta quotidianamente i cosiddetti “dottrinari” o “farisei” nelle omelie di Santa Marta, ma, mi chiedo, davvero questi rigidi dottrinari sono oggi così diffusi? Così pericolosi per la vera fede in questo momento? O non piuttosto coloro che fanno e dicono ciò che vogliono in barba a tutte le dottrine? E se si vuol aiutarli a correggersi, è questo il tono adeguato?
Sembrerebbe, piuttosto, che queste prediche abbiano lo scopo di “ammorbidire” i partecipanti al prossimo sinodo sulla famiglia ed, in generale, coloro che temono cambiamenti dottrinali.
Imploro i pastori della Chiesa a smettere l’uso di un linguaggio doppio, fatto di dico e non dico, mellifluo, falsamente “misericordioso” che sta preparando il terreno all’introduzione del simil-divorzio alla romana.
Attenti, il Signore vi ha ammonito di parlare semplice e schietto “Sì sì, no no”, il resto, il sofisma, viene dal maligno.
Renzi mette in agenda il riconoscimento delle coppie di fatto, etero ed omosessuali. Questa volta andrà bene, saranno riconosciute legalmente ed equiparate al matrimonio, tanto nessun esponente dell’establishment si opporrà.
Non si opporranno né i politici, né gli intellettuali e neppure i chierici, vescovi o sacerdoti che siano. Non ci sono più né Ruini, né Benedetto XVI, né Giovanni Paolo II. I chierici, anzi, diranno: “anche il Papa lo vuole! (il riconoscimento)”. Già hanno cominciato a sostenerlo.
Solo un movimento di popolo può produrre un nuovo Family Day. Ma le famiglie, massacrate dal fisco di questo Stato iniquo, e senza guide, sapranno reagire come un tempo?
Sui quotidiani è già partita la caccia alle streghe della laic(d)a inquisizione dopo la morte del povero ragazzo quattordicenne.
Le procure sono partite con le indagini contro gli istigatori ed i quotidiani danno voce agli pseudo cattolici di “Noi Siamo Chiesa” – che in Italia non si sa a quanti iscritti ammonti, raggiunge il centinaio? – nemmeno fossero la voce maggioritaria dei cattolici che gridano: “mea culpa mea culpa mea maxima culpa!” e tuonano perché la Chiesa riconosca le proprie colpe, chieda scusa pubblicamente per la morte del ragazzo di cui è responsabile!
E’ veramente indecente lo sfruttamento ideologico che si fa di ogni tragedia il cui vero o presunto movente sia l’omosessualità. Del ragazzo non importa a nessuno, l’importante è sfruttarne la morte per imporre la famigerata legge contro l’omofobia. VERGOGNA, LAIDI AVVOLTOI!
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Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza. Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Léon Bloy: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.
[…]
Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti.
Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, per la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso. Così sia.
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